Gambling On The Brain: How Can Neuroscience Add To Our Understanding Of Gambling Behaviour ?

Intervento di Mauro Croce nella tavola rotonda plenaria di apertura Intervento di Mauro Croce nella tavola rotonda plenaria di apertura Gambling On The Brain: How Can Neuroscience Add To Our Understanding Of Gambling Behavior ?

Luke Clark, University Of Cambridge.
Discussant J. Besson CHUV, J.E. Grant, University of Chicago; J.P. Couteron, Federation Addiction, Mauro Croce
Traduzione dal francese di Fulvia Prever

Se l’attenzione nei confronti delle neuroscienze è crescente, ed i risultati incoraggianti, tuttavia non possiamo non osservare come la comunità scientifica e gli operatori appaiano, se mi si concede questa estremizzazione e semplificazione, divisi tra quelli che possiamo definire come neurofobici e quelli che possiamo definire neuromaniaci. Tra chi vede nelle conquiste delle neuroscienze una minaccia, e chi ne vede invece una promessa ed una risposta a molti problemi di cui a fatica cerchiamo una soluzione.

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Un cappello pieno di spine

SEZIONE SPECIALE: Un’analisi operante nell’insorgenza del disturbo da gioco d’azzardo Relazioni tratte dal seminario del 13/6/2014 – presso la sede della Caritas Ambrosiana a Milano.

ALEA e AND-Azzardo e Nuove Dipendenze nel mese di giugno hanno chiamato a raccolta 81 operatori professionali in un interessante seminario di studi. In questa sezione speciale, si trovano molti dei contribuiti presentati dagli oratori invitati. Tema del seminario è un aspetto poco approfondito del gioco d’azzardo: il condizionamento operante, già messo in relazione con il gioco d’azzardo nel secolo scorso da Frederic Bhurrus Skinner, lo psicologo che lo ha teorizzato. Abbiamo analizzato il ruolo del condizionamento operante da tanti punti di vista: da quello della psicologia, dell’antropologia, della sociologia, della neurobiologia, della cibernetica, e della psichiatria. L’argomento trattato nel seminario è originale perché ribalta le responsabilità rispetto alla patologia dell’azzardo.

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It’s A Long Way To Tipperary: Verso La Validazione Empirica Della Tipologia Di Blaszczynski

addictionLettura e commento di:Lia Nower, Silvia S. Martins, Keng-Han Lin, Carlos Blanco (2013). Subtypes of disordered gamblers: results from the National Epidemiologic Survey on Alcohol and Related Conditions. Addiction, 108/4: 789-798.

 

I presupposti dello studio
Il gioco d’azzardo patologico, similmente alle altre forme di addiction, è una sindrome sotto la quale emergono prepotentemente aspetti di disomogeneità ed eterogeneità della popolazione coinvolta. I giocatori patologici manifestano differenze intragruppali legate a vari fattori quali ad esempio il genere, l’età, le motivazioni, la comorbilità psichiatrica, l’uso di alcool e altre sostanze, le preferenze dei giochi, i tratti temperamentali e la personalità.

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NEUROBIOLOGIA DEL CONDIZIONAMENTO OPERANTE: DOPAMINA, APPRENDIMENTO E DISTURBO DA GIOCO D’AZZARDO

La neurobiologia del condizionamento operante è una parte della complessa neurobiologia del gioco d’azzardo patologico: estrapolarla ci aiuta a mettere a fuoco un momento cruciale nel percorso di apprendimento della dipendenza da gioco d’azzardo. In un fondamentale articolo apparso su Addiction nel 2002 Alex Blaszczynski e Lia Nower suddividono i giocatori d’azzardo patologici in tre tipologie, ma nella storia naturale della loro progressiva perdita di controllo sul gioco d’azzardo evidenziano che tutte e tre hanno in comune gli stessi fattori ecologici e le stesse modalità di apprendimento. I fattori ecologici sono l’aumentata disponibilità e l’aumentata accessibilità ai giochi d’azzardo. Disponibilità e accessibilità sono conseguenza delle scelte politiche e legislative di ciascun paese utili a creare e sostenere un ambiente in cui il gioco d’azzardo sia socialmente accettato, incoraggiato e promosso.

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Commento a: "Association Between Internet Gambling and Problematic Internet Use Among Adolescents"

gambling 02Association Between Internet Gambling and Problematic Internet Use Among Adolescents (Artemis Tsitsika. Elena Critselis.Mari Janikian. George Kormas. Dimitrios A. Kafetzis) - Commento di: Amelia Fiorin; Francesca Dorella; Rosalma Gaddi.

Uno degli attuali interessi nell’ambito dello studio del gioco d’azzardo patologico è quello di poter indagare il fenomeno del GAP nelle popolazioni giovanili. Un articolo apparso nel Journal of Gambling Studies nel 2010 ci offre un interessante contributo sull’associazione tra gioco on-line e uso problematico di Internet nella popolazione adolescenziale.

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Orthos: Programma Residenziale di Psicoterapia Intensiva per Giocatori D’azzardo

dionisoIl presente contributo riporta i risultati emersi da una ricerca sugli outcomes dei primi cinque anni di sperimentazione del trattamento in ambito residenziale del Programma Orthos per giocatori d’azzardo patologico. Il nostro Paese si distingue per la ricchezza di trattamenti ambulatoriali e residenziali mirati al superamento delle condizioni di tossicodipendenza.

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Recensione di “To play or not to play: A personal dilemma in pathological gambling”

Normalmente si tende ad avere una preferenza a evitare le perdite piuttosto che scommettere per guadagni maggiori, ma nel caso dei giocatori d’azzardo patologici, le ricerche dimostrano che questi fanno scelte peggiori rispetto agli individui non patologici in condizioni di rischio e incertezza (Ladouceur e Waler 1996, Bechara, 2003, 2005). Nella ricerca qui presentata, svolta in collaborazione tra la SIIPaC e l’Università di Trento, si è investigata l’avversione alla perdita utilizzando un rigoroso paradigma nel campo economico, in congiunzione ai risultati di tratti personali e misure riportate dagli stessi giocatori in trattamento clinico. La comparazione è avvenuta tra 20 giocatori in trattamento e altrettanti non giocatori. I giocatori patologici sono stati ulteriormente differenziati per la lunghezza del trattamento: quelli alle fasi iniziali (<6 mesi) o alle fasi successive (>18 mesi).

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Recensione del romanzo "Comprare il sole" di Sebastiano Vassalli

lotteriaEbbene sì, in questa storia avviene quello che tutti noi clinici non riusciamo mai a studiare dal vivo: quel che accade quando davvero un giocatore fa 6 al superenalotto, quando insomma la vincita è di quelle che ti cambiano la vita!

- C’era una volta, in un Paese vicino vicino, una ragazza senza sogni che all’improvviso, come per magia, diventò ricca… Sei numeri su un biglietto si trasformarono per pura fortuna in un numero solo, a otto cifre - 21.600.000 euro - e lei esclamò: «Ho vinto!».-

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Orthos: Programma Residenziale di Psicoterapia Intensiva per Giocatori D’azzardo Riccardo Zerbetto - SECONDA PARTE

Alcune considerazioni preliminari
Come si è detto in premessa, la filosofia di Orthos contempla un approccio non moralistico e pregiudiziale nei confronti del gioco d'azzardo che, come sappiamo, accompagna nelle sue diverse forme, l'essere umano dai suoi primordi (Zerbetto, 2002). Compito di un programma terapeutico è quindi quello di intervenire sul ricorso a forme disfunzionali ed autodistruttive collegate al gioco d'azzardo e non sul ricorso allo stesso se all'interno di modalità socialmente compatibili.

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