Quando solo la cronaca ci fa riflettere ... Ma i buoi sono già scappati

preiti2Di questi giorni notizia dell'ennesimo atto di disperazione e violenza..in qualche modo connesse al gioco d'azzardo. "Preiti spara ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi..voleva che gli sparassero.." Ovviamente tante sono le componenti di questo disastro, di una vita dove la perdita dell'attività lavorativa si intreccia coi i fallimenti esistenziali, la crisi e la disoccupazione,fino all'estremo rilancio nel gioco.. Il gioco d'azzardo certo non è l'unico componente, ma ne è amplificatore, acceleratore del disastro..ciò che mi colpisce e come il gioco rappresenti sempre più spesso per molti, troppi, l'ultima spiaggia..

{jcomments on} Una spiaggia di cui non si sente francamente l'esigenza,a fronte di già altre occasioni di impoverimento collettivo, e non sto parlando solo di quello strettamente economico..
Finire nel tritacarne del gioco d'azzardo non è solo passare rapidamente dai sogni illusori di una ricchezza salvifica a una brusca caduta nella miseria, alla disperazione nera di rubare i soldi dal salvadanaio dei propri figli , ma anche l'angoscia di rimanere completamente soli, di vedere il proprio tempo depauperato e snaturato dalla febbre dell'azzardo..non si perdono solo i propri averi giocando, ma si perde il proprio tempo, i propri affetti, la propria vita..

 

I piccoli comuni, di questo malessere generalizzato e indotto, se ne stanno accorgendo meglio e prima che le grandi città, dove tutto è mastodontico e immobile..I comuni hanno capito, già da tempo, che i proventi (sempre minori per altro) che arrivano allo stato, non bilanciano in nessun modo i danni che il gioco diffuso in modo così capillare provoca coinvolgendo sempre più i loro concittadini nell'azzardo patologico. Sempre più famiglie coinvolte che non riescono più a pagare bollette o affitti, sempre maggiori le richieste ai servizi sociali di un contributo economico; gli assistenti sociali e i sindaci scoprono di dover fronteggiare una vera emergenza che coinvolge anziani, pensionati, donne , giovani, e che la mancanza di occupazione,spesso correlata al gioco, non è più l'unica causa della bancarotta. Del resto ma recente ricerca svizzera sui costi sociali dell'azzardo, dimostra che, ancorché i proventi del gioco d'azzardo non ritornano mai ai comuni.ma rimangono nelle casse statali, lo stato stesso non ne beneficia più di tanto. Infatti i costi sociali e sanitari, diretti e indiretti ammontano, con una traduzione della ricerca svizzera (Università di Neuchatel) sulla situazione italiana, a 5/6 miliardi di euro !

È a questi vanno aggiunti i costi della lotta alla criminalità organizzata, riciclaggio e usura che il gioco, anche legale, comporta (come da ultima audizione in Parlamento di Libera, lotta alle Mafie).

Ecco due conti della serva..
Costi sanitari diretti: ricorso al medico di base del 48% più alto rispetto ai non giocatori, interventi ambulatoriali psicologici, ricoveri sanitari, cure specialistiche per la dipendenza
Costi sanitari indiretti: perdita di performance lavorativa del 28% maggiore rispetto ai non giocatori, perdita di reddito..
Costi per la qualità della vita: problemi che ricadono sui familiari, violenza, rischio di aumento di depressione grave, ansia, deficit di attenzione, bassa resistenza ad altri tipi di dipendenze, idee suicidarie, ossessione per il gioco e per i soldi necessari a giocare..
Tutto questo a fronte di un ricavo di "soli" 8 miliardi di euro da parte dello Stato! Il gioco..vale la candela??
Già tre anni fa il comune di Empoli, col vicesindaco Torreggiani, si era mosso radunando più di 100 comuni per trovare insieme una strategia di contrasto al fenomeno dilagante delle concessioni di sale scommesse, sale slots o VLT, e istallazioni di slots nei locali pubblici..trovare una strategia usando le poche leggi su cui i comuni possono avere autonomia di delibera non è stat facile, come insegna l'esperienza di Verbania; i gestori hanno impugnato, dopo anni, la restrizione degli orari degli esercizi, atte a proteggere minori e anziani dal passare l'intera giornata davanti alle slot, e hanno ottenuto persino un risarcimento danni dal Comune!!
Questo ha portato i comuni,a perseguire strade sempre più organizzate, facendo riferimento anche ai regolamenti di urbanistica, traffico, pubblica sicurezza..

Il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo,(città più colpita dal gioco d'azzardo in Italia) ha aderito in quanto vice presidente dell'Anci (Associazioni dei comuni italiani) al Manifesto NO SLOT, e mano mano tutti i comuni stanno adottando questo Manifesto che permette di dare visibilità e incentivi ai locali che scelgono di non tenere più slots.

Ci auguriamo che lo Stato , con lo spiraglio di legge che il decreto Balduzzi ha aperto, si interroghi sulla necessità di limitare la diffusione e la pubblicità dell'azzardo, sul dovere di investire in una ricerca sul reale impatto del gioco patologico in Italia, e sulla possibilità di dare concreto accesso alla cura di questa patologia presso il servizio sanitario nazionale e il privato sociale accredita- to.Che questo possa avvenire anche attraverso diversi meccanismi di tassazione del gioco che vadano a creare un budget,svincolato da interessi economici di alcun genere, per implementare lo studio delle migliori terapie disponibili per contrastare questa dipendenza e per la promozione di interventi di prevenzione primaria e secondaria/strutturale, atti a ridurre l'accesso alle situazioni di rischio .

Se il Nuovo Osservatorio che si sta creando a livello nazionale non sarà solo una vetrina politica ma attore di intervento reale e incisivo di cambiamento, si vedrà presto.
Per farlo potrà fare tesoro del "know how" delle storiche associazioni no profit che da anni lavorano grazie a professionisti e esperti del settore, in un vuoto istituzionale preoccupante, per creare una cultura contro l'azzardo patologico, laica e svincolato da ogni interesse politico o economico delle lobbies dei gestori.

Fulvia Prever


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